Posto sul bordo di una scarpata, l’edificio, s’inserisce nel terreno di pertinenza della casa di famiglia, in una composizione di due volumi incastrati e ruotati tra loro così da aprirsi verso la vallata del paese di Castelrotto, secondo una tipologia tradizionale delle costruzioni alpine; casa + fienile/stalla.
La dualità si manifesta anche verticalmente nella giustapposizione di una parte inferiore in cemento armato con l’atelier, e una parte superiore in legno con l’abitazione.
Una parte dell’atelier si estende a doppia altezza prendendo luce dalle vetrate continue del piano terra. L’edificio è costruito interamente in legno tranne il basamento e il corpo scale circolare, perno centrale di distribuzione, che collega l’atelier alla casa.
Un sistema di elementi portanti a “V” in legno lamellare sorregge la casa liberando cosi ad una vista panoramica continua e facendo formalmente risuonare la tecnica delle costruzioni tradizionali.
La struttura a traliccio in legno prosegue nelle facciate superiori, dividendo le superfici delle pareti rivestite con pannelli in larice, e diventando al contempo espressione diretta della struttura portante. Sul rivestimento esterno delle facciate l’artista è intervenuto con delle incisioni che rivelano il disegno della casa, piccoli “tatuaggi” che mostrano la forte collaborazione tra artista e architetto nel processo costruttivo dell’edificio e definiscono cosi l'inizio di un percorso artistico che vede la casa come opera continua nel tempo.